Apro la sacca dell'attrezzatura ed una "vampata di mare" mi stordisce il naso, scarico il trolley con i vestiti smessi e inizio a tirare l'acqua nella vasca da bagno per sciacquare l'attrezatura da sub. Dopo l'ammollo in acqua dolce e un bel risciacquao finale stenderò jacket, erogatori, mute,calzari,guanti e ammenicoli vari in ogni parte della casa sperando di poter riporre tutto al più presto...un anno fà non sapevo neanche cosa fosse "fare il sub" , oggi sono appena rientrato da 3 giorni passati in Francia sul barcone del diving a fare gli esami per prendere il mio primo brevetto ....
una domenica mattina del 1936, a Le Mourillon, nei pressi di Tolone, passeggiai nel Mediterraneo guardando attraverso gli occhiali subacquei di Fernez. Ero un artigliere della Marina da guerra, un buon nuotatore interessato solo a migliorare il mio stile nel crawl. Il mare non era che un ostacolo salato che mi bruciava gli occhi. Fui stupito dallo spettacolo che mi si offerse agli occhi nelle acque di Le Mourillon: rocce coperte di foreste verdi, brune e argentee di alghe e pesci, mai visti prima, che nuotavano nell'acqua cristallina. Alzando il capo per respirare, scorsi un filobus, della gente, i pali della luce elettrica. Immersi nuovamente la testa e la civiltà era di nuovo completamente scomparsa. Mi trovavo in una giungla che non era mai stata vista da quelli che navigavano sul suo tetto opaco.
Talvolta, anche se di rado, si ha la fortuna di accorgersi che nella nostra vita è subentrato un cambiamento, si abbandona la via vecchia, s'imbocca la nuova e si prosegue dritti per la nuova rotta. Mi accadde una cosa simile a Le Mourillon, quel giorno d'estate in cui i miei occhi si aprirono sul mare.
Jacques Yves Cousteau, 1936